Norma

 

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Le impressioni di ascolto che seguiranno sono tratte dal FORUM di VIDEOHIFI.COM

Il thread è visibile per intero al seguente indirizzo: Clicca qui

 

 

In questi ultimi anni la mia crescita audiofila è stata influenzata, grazie anche ad amici conosciuti su internet, dall’ascolto di diverse catene HI-FI ben strutturate e ben suonanti di diversa tipologia.

Queste esperienze hanno fatto si che in me crescesse quella voglia di adeguarmi a certi suoni e caratteristiche che non sempre ritrovavo nella mia catena.

Tra le caratteristiche che più mi hanno colpito c’è sicuramente il silenzio, riscontrabile soprattutto in amplificazioni di classe e costo elevato spesso contraddistinte da alimentazioni sovradimensionate.

Ho inoltre notato che il silenzio è sempre accompagnato da un miglioramento della trasparenza, microdinamica, macrodinamica e ricostruzione scenica.

Praticamente è alla base di ogni buona amplificazione che si rispetti.

Era venuto quindi il momento, dopo quasi 10 anni di onorata carriera, che i miei Spectral se ne andassero in pensione lasciando il posto a quelli che secondo me potevano essere i degni sostituti capaci di mantenerne certe caratteristiche sonore migliorandone quelle non più attuali.

Ed è così che sono arrivato ai NORMA.

 

         

 

         

 

 

Non voglio dilungarmi nella loro descrizione estetica, le foto che ho postato parlano chiaro, e neppure sulle loro caratteristiche tecniche presenti tra l’altro sul sito del produttore http://www.normaudio.com/ ma solo su come suonano rispetto alla mia precedente amplificazione Spectral (che ovviamente conosco strabene).

Entrambe le elettroniche necessitano di un pre-riscaldamento abbastanza lungo (e poi dicono che le valvole sono le più lente ad andare in temperatura) e, soprattutto le Norma, prima di un paio d’ore non hanno intenzione di suonare... Pure il rodaggio è stato piuttosto lungo.

La seguente recensione andrà quindi ad elencare quelle caratteristiche che contraddistinguono i Norma rispetto agli Spectral.

Come gia accennato la cosa che colpisce fin dalle prime note è appunto quel senso di pulizia e silenzio che fanno si che dai diffusori fuoriesca solo musica.

Dopo aver ascoltato i Norma ci si accorge di quale tappeto di “rumore” fossero afflitti gli Spectral.

E’ come se, durante la visione di un film alla TV, si fosse deciso di spegnere la luce che interferiva con l’immagine video.

Viene lasciata via libera ad un numero incredibile di microinformazioni presenti nell’incisione che rendono l’ascolto ancor più gratificante.

A questo punto mi vengono in mente quegli audiofili che, provato un lettore CD di ultima generazione o addirittura un SACD, trovano poche differenze con le “vecchie” sorgenti…

Ma per forza, se il resto della catena non è in grado di assecondare le nuove tecnologie il confronto è da ritenersi inutile in quanto tende a livellare il confronto.

Scusate questa parentesi ma solo adesso che l’ho provato sulla mia pelle capisco quanto sia importante adeguare pure il resto della catena alle nuove sorgenti.

Ritornando ai Norma devo dire che questo silenzio, oltre a favorire la trasparenza e la microdinamica, aiuta pure nella ricostruzione della scena sonora che avviene con una credibilità fino ad ora sconosciuta per il mio impianto, dal posizionamento degli esecutori alle dimensioni del luogo ove si è registrato…

La dinamica ovviamente non è da meno, l’escursione tra i pianissimi e i fortissimi è aumentata conferendo all’evento musicale un effetto decisamente live.

La grana merita invece un discorso a parte; fine, molto fine rispetto a quella degli Spectral ma non al punto da apparire artificiale visto che gli strumenti come pure le voci godono di un ottimo realismo…

A tal proposito mi viene in mente un ascolto di anni addietro sulle amplificazioni Gryphon in classe A, suono tanto affascinante, tanto poco appariscente ma allo stesso tempo naturale da lasciare il segno.

Un’altra caratteristica che ho notato nelle amplificazioni Norma e la coerenza delle tre gamme audio, la bassa, la media e la alta.

Non vi è il benché minimo accenno di passaggio dall’una all’altra sia a basso che ad alto volume.

Ciò che ho scritto può sembrare strano e per spiegarlo meglio vorrei riportare un esempio: le amplificazioni Spectral, per esempio, alzando il volume portano ad uno sbilanciamento in gamma alta che li fa apparire, come molti sostengono, privi di bassi.

Questo non capita con i Norma che riescono a portare avanti con ugual “forza” tutte e tre le bande.

Senso del ritmo e velocità non sono da meno.

Uno scandire i tempi senza sovrapposizioni o impastamenti, una capacità di variare i tempi impressionanti, la musica viene assecondata alla perfezione non portando mai alla noia ma coinvolgendo.

Fatica di ascolto. Bella li, mi stavo dimenticando di questo parametro, forse perché è talmente bassa da non fartelo venire in mente…

Talmente bassa che si rischia di esagerare con il volume senza accorgersene…

Assieme al parametro silenzio e grana è quello che maggiormente mi ha colpito.

Potrei andare avanti ad elencarne i pregi, partendo dai bassi potenti, veloci ed articolati al punto giusto o alle capacità di pilotaggio che le fanno sembrare più potenti di quanto i dati raccontino, ma apparirebbe scontata come recensione e allora ho deciso di parlarvi dei difetti.

Prima però devo pensare ad un paio di elettroniche con le quali raffrontarli…

Ecco ci siamo, ce ne sono alcune che suonano meglio dei Norma e che ne fanno emergere, seppur marginalmente i difetti.

Si però queste non fanno parte della medesima fascia di prezzo ed anzi costano un occhio della testa…

E allora che senso ha fare questo raffronto…

 

Ivo

                   

 

Allego un paio di immagini ad integrazione di quelle postate da Ivo.

         

L'amplificazione Norma Audio in compagnia dei diffusori Merlin VSM-MX e del lettore CD Audio Aero Capitole Reference SE

Sono le immagini dei Norma, inserite nella mia catena d'ascolto posizionate nella mia sala, "addomesticata" con Corrector ed Acoustic Revive RWL 2.

I Norma, hanno un suono molto "materico"! Chi predilige suoni "leggeri" ed "eterei" è meglio che cerchi altrove!

Hanno un effetto olografico di tutto rispetto e questo si traduce talvolta in una immagine avanzata. Non aspettatevi stages con una profondità artificiosamente marcata.

Silenzio e Nero sono ottimi.

Ho ascoltato moltissimi dischi e posso affermare che il senso del ritmo, e la velocità (dinamica) di queste elettroniche ha in se qualcosa di spettacolare con un timing e dei decadimenti mai ascoltati prima.

Il dettaglio molto marcato e mai affaticante ricrea un tappeto di informazioni capace di coinvolgere emotivamente e di catturarti con continuità nell'ascolto.

Timbrica ed estensione le diamo per scontate! Secondo me stiamo parlando di un riferimento, pertanto sorvolo su questi parametri peraltro estremamente influenzabili dai cablaggi utilizzati, siano essi alimentazione, segnale o potenza.

Si, avete capito bene, queste elettroniche sono molto sensibili ai cambiamenti e alle ottimizzazioni.

Suonano "forte"! Anche a bassissimo volume sono in grado di ricostruire un palcoscenico credibile; l'immagine è libera nell'aria ed i diffusori spariscono alla vista.

Basso potente, tanto potente da farti dimenticare che stai ascoltando con dei diffusori a due vie equipaggiati da uno scan speak da 17 cm!

La gamma alta non è la più estesa che abbia mai ascoltato ma è sicuramente una gamma alta ricca di informazioni e dettagli. Coerenti e veloci nella riproduzione, i Norma spingono senza mai strillare e come tutti sappiamo, l'esotar non perdona amplificazioni affaticanti.

E' un suonare virile ed è senza equivoci un suono maschio e potente, senza cadere in "machismi" anni novanta.

Meritano cavi all'altezza e con esperienza si possono sicuramente ottenere risultati strabilianti anche sulla timbrica degli strumenti, aspetto sul quale, avrei dovuto lavorare con più tempo e con un budget diverso.

Un ringraziamento particolare ad Ivo, che ha messo a nostra disposizione le sue amate elettroniche!

In realtà lo ha fatto per riventicare il suo spasmodico patriottismo ma non fateglielo sapere!!!!

Ottima scelta Ivo!

Oscar

                   

 

Posto in risposta ai 4 forumisti che mi hanno chiesto ragione pvt del mio silenzio su questo acquisto da parte di un audiofilo BG.

Non c’è nessun silenzio o distinzione in tema, ma una grandissima condivisione della scelta compiuta da Ivo.

Non fosse altro per il fatto che –avendo partecipato fin dalla prima seduta di ascolto delle tre elettroniche: erano però i modelli precedenti questi – mi considero in parte responsabile della scelta di Ivo.

Tenete conto che tra scelta, rodaggio, ascolti comparativi nelle varie catene sono trascorsi sei mesi cui ne vanno aggiunti almeno altrettanti come periodo di pre-ascolti e raccolta informazioni di altri sistemi.

Potrà sembrare una cosa banale, ma acquistare una macchina bensuonante in Italia è una gran bella impresa perché…non ne trovi disponibili da provare. Vendono tutti e fanno ascoltare quasi nessuno macchine giustamente rodate, così che il giudizio sia immediato. Oltre al fatto che spesso vanno in giro con cavi di collegamento che badano piu’ a fare money immediato piuttosto che a valorizzare gli apparecchi che intendono vendere. Cavi rodati, mica perfetti sconosciuti o “alla moda” del momento.

I clienti sono letteralmente odiati dai venditori a meno che non si prestino a subire quel che loro vogliono imporre.

Brutta esperienza.

Già gli apparecchi provati la prima volta hanno fatto letteralmente volare le casse di Ivo, dimostrando la bontà complessiva delle SF nonostante la non piu’ discreta giovinezza delle medesime.

Il trio Norma non ha affatto manifestato imbarazzo nel presentarsi meglio sia in confronto con una bella coppia pre+fin di BAT che in confronto di grande integrato Griphon ed ha combattuto alla pari con due mono JR. I modelli li trovate nei config.sys degli audiofili BG.

Il pre Norma soprattutto ha mostrato un insieme dei valori musicali fondamentali superiori a tutti gli altri pre delle varie catene (tre oltre quella del proprietario) in cui ha suonato.

Il trio Norma si conferma come un insieme maturo e di grande valore perché ha mostrato di interfacciarsi con sistemi assai differenti senza prestare il fianco a critiche in qualche valore musicale.

Il suono del trio è ambrato, assai dettagliato, con una corretta ricostruzione del palcoscenico ampia sia lateralmente che in profondità ed altezza, si porge con una discreta eleganza sottesa da una forza e una dinamica pronte a manifestarsi non appena il supporto lo chiede.

Ha solo bisogno di cavi –dopo una sequela di interfacciamenti che ha sfiancato anche il granito ossolano- di cavi molto silenziosi, equilibrati nel restituire la scena e nelle varie frequenze, veloci, dettagliati. Cavi che riescono ad accentuare un filino quel guizzo che ogni tanto si rende necessario in una riproduzione.

Il trio mi pare un insieme moderno assai adatto ai cdp attuali che richiedono macchine in catena molto silenziose per restituire le incisioni attuali (generalmente) benfatte rispetto a un passato niente affatto convincente.

La catena di Ivo suona creando l’immagine di un paesaggio fatto di colori ricchi, di profumi intensi e naturali, qualcosa che ti sembra di avere conosciuto da sempre. Chiudi gli occhi e mentre suona ti appare una Bassa ventosa in una primavera che vira all’estate piuttosto che le Dolomiti al presentarsi dell’autunno. Ovunque tu volgi lo sguardo scopri distese di fiori profumi colori vitalità in cui riconosci la tua storia, la tua cultura.

Non sono starlette o veline, ma una grande soprano. Non sono gli spazi infiniti che ti appaiono con certe elettroniche USA, ma il paesaggio dove c’è stato un Donizetti e un Ligabue; un Moroni e un Simone Mayr. Un paese, una terra, una maniera di fare ed ascoltare musica.

La linea sottile del trio si accompagna ad una accentuata profondità delle macchine (non amano i tavolini treppiedi…) , unita ad un peso decisamente importante. Sottigliezza forse un filo vezzosa con una finitura dei particolari certamente perfetta (un assemblaggio meccanico da orologio svizzero, se vogliamo) ma che si può arrotondare meglio in modo da essere meno affilata.

Inutile la foltissima greppia delle prese RCA posteriori che sono sempre in maggioranza INutilizzate: avrei applicato poche coppie (2-3 in ingresso) e tutte Cardas. Anche i morsetti dei cavi di potenza li avrei tenuti un po’ piu’ distanti.

Il display del pre è molto funzionale MA decisamente pacchiano. Per carità: ce ne sono di altrettanto brutti in macchine anche di maggior nomea ma… come ho già detto direttamente all’ing. Rossi -Norma all’alba del 2007 il display non deve stare piu’ sulle elettroniche ma deve stare sul telecomando e deve avere una risoluzione maggiore.

Col trio Norma siamo in presenza di un insieme di grande valore musicale che si accompagna ad un prezzo non certamente modesto, ma sicuramente allettante per chi vuole costruirsi una catena con la sicurezza di disporre di qualità musicali generose, capacità di interfacciamento pressoché universale, capacità di pilotaggio anch’essa generosa negli maggior parte degli ambienti attuali, elettroniche eleganti ma non eccessive.

Questo pre e i due finali suggeriscono una catena che –compreso un cdp e un bel paio di casse anche a due vie e relativa cavetteria- pone l’impianto in un’area economica di 30-35.000 euro. Alto livello quindi. Ma la musica che restituiscono appagherà per molti anni il fortunato possessore. Non dei semplici best buy, ma un grande a valido “investimento culturale” in grado di reggere almeno una decina di anni. Come dovrebbe accadere agli audiofili maturi.

Leone

                   

 

E queste invece sono le mie impressioni

Ciao

Elenco catena audio ascoltata:

Pre : Norma SC-2B LN Reference (alimentatore esterno PS-3B)
Finali : Norma 8.7B Mono Reference
Lettore CD : Accuphase DP85
Diffusori : Tannoy Westminster
Cavi di potenza : Audioquest Mont Blanc
Cavi di segnale : Audioquest SKY (CD Collegato con RCA) - Audioquest Panther (Pre-Finale XLR)
Trasformatore d’isolamento Enlin (500 VA) sul lettore DP85

Elenco della catena standard

Pre : Jeff Rowland Coherence One
Finali : Jeff Rowland Model 12 (4 telai)
Lettore CD : Accuphase DP85
Diffusori : Tannoy Westminster
Cavi di potenza : Audioquest Mont Blanc
Cavi di segnale : Audioquest SKY (CD Collegato con RCA)
Canford Audio HSB BBC PSF 2/9 XLR e RCA Bilanciato)
Trasformatore d’isolamento Enlin (500 VA) sul lettore DP85

Software utilizzato

Harmonia Mundi – Antonio Vivaldi – Stabat Mater - Andreas Scholl, contro-tenore
Harmonia Mundi K617 – W.A.Mozart – Requiem K626- Traccia 3, 7, 8.
Mercury Living Presence 35mm – F.Liszt – Piano Concerto nr.1 & nr.2
Reference Recording – Jazz,Etc (First Sampling) Traccia 5 – Eileen Farrell
Reference Recording – Pomp & Pipes ! – Traccia 3 - E.Gigout “Grand Chorus in Dialogue”
Reference Recording – Nojima Plays Liszt – Traccia 5 – “Sonata in B minor”
EMI – David Gilmor – On An Island – Traccia 1 “Castellorizon” – Traccia 2 “On An Island”

Premessa
Le elettroniche Norma sono state provate in 3 impianti di alto livello eterogenee nella loro composizione previo rodaggio da parte del proprietario.
Personalmente parlo per quello che ho ascoltato nella mia catena personale indicata all’inizio, rimandando la lettura ai commenti degli altri 3 estensori che riporteranno le loro impressioni nella loro catena e perché no, nel loro ambiente.
Tutte l’impianto è stato collegato alle ore 10,30 del mattino ed è stato scollegato alle ore 21,00, quindi un tempo ragionevolmente lungo per permettere alle elettroniche di raggiungere le loro corrette temperature di esercizio, ed al tempo stesso un periodo abbondantemente sufficiente per potere esprimere un giudizio sia obiettivo che soggettivo, non dimentichiamolo questo ultimo punto, la soggettività.
Non essendo interessato all’oggetto della prova, o almeno nella sua configurazione pre-finale, ma eventualmente al solo pre, da decidere come sostituzione dell’attuale Jeff Rowland Coherence One, con un ampio margine di anticipo che mi sono prefissato che corrisponde ad almeno un anno, sono da escludere a priori qualsiasi tipo di coinvolgimento emotivo.
Diciamocelo francamente, credo sia ormai passato il tempo in cui tutti noi saltavamo davanti al nuovo giocattolo, per poi dimenticarlo nel giro di pochi giorni.
Insomma, credo di potere dire che riusciamo abbastanza agevolmente a gestire le nostre emozioni di fronte alle novità, o quantomeno sforziamo di mettercela tutta, e credo di esserci riuscito, almeno in questo caso. Ho affrontato l’ascolto con un certo distacco che mi ha permesso di essere obiettivo.
Un doverosa precisazione sulle caratteristiche dell’ambiente dove è stata effettuata la prova, al contrario di quanto spesso avviene e di cui non se ne parla mai.
Una normale stanza di circa 25 Mq (6x4x2,7), con l’utilizzo di 4 Tube Traps negli angoli della vicino ai diffusori (2 a destra e 2 a sinistra), più 2 Tube Traps collocati all’interno dei diffusori.
Alle spalle dei diffusori 6 panneli fonoassorbenti 50x50 di quelli che si acquistano al Castorama a circa 9 Euro al pezzo.
Gli stessi pannelli, in realtà solamente 3, sono stati collocati in modo posticcio all’interno della parete di fondo tra i due diffusori. Questo rimedio non è ancora stato ottimizzato al meglio, ma già fanno il loro lavoro.
Le Westminster sono state rialzate da terra tramite 6 piedini Omicron (3 per ogni diffusore).

Costruzione
Non sono un esperto tecnico e, non mi voglio addentrare in qualcosa che non mi è possibile giudicare il più approfonditamente possibile, tuttavia, non posso fare altro che essere soddisfatto dell’estetica nonché della buona costruzione e precisione dedicata alla sua realizzazione.
Non fatevi ingannare dal loro aspetto “Slim”, non sono per nulla esili, o almeno lo sono nell’aspetto, sono elettroniche che possono essere definite tranquillamente dei “finti magri”.
L’unico appunto che muoverei, sono secondo me inutili tutti gli ingressi presenti sul pre, visto che bene o male le sorgenti che si ascoltano sono sempre meno, e l’eccessivo rumore ad ogni cambio di volume, una sorta di scatto “relè” che non mi piace per nulla.
Anche altri hanno parlato del bel display, anche a me piace, tuttavia sono d’accordissimo come altri hanno avuto modo di segnalare, che che sarebbe ora che i produttori realizzassero un telecomando che riporti su di esso tale display.
Per capire quello che intendo, Classè ha realizzato sotto il profilo del design delle belle macchine esteticamente, con dei bei display, ma anche loro sono presenti sull’elettronica, e secondo me non servono a nulla, o almeno sul telecomando avrebbero un senso ed una comodità decisamente più spinta.

Il preamplificatore
Questo, viene alimentato da una alimentazione separata, e questa viene collegata tramite due cavi di tipo Pc, uno per l’alimentazione vera e proprio, mentre l’altro per il controllo.
Questi due cavi sono di lunghezze differenti, e ve ne sarà sicuramente un motivo, quello più lungo è quello di alimentazione, mentre quello più corto è quello deputato al controllo.
Questo impedisce di collocare l’alimentazione ad una distanza maggiore, o almeno a quella del cavo più lungo. Durante la prova mi sarebbe risultato più comodo disporre della lunghezza destinata al cavo di collegamento deputato all’alimentazione, io avrei messo i cavi di uguale lughezza in modo tale da non farmi dire “… porca miseria, non ci arriva..”.
Tuttavia anche il cavo corto, consente una distanta più che sufficiente.
Devo oltremodo segnalare che l’esemplare in prova del proprietario monta le uscite serigrafate al contrario. Guardando l’apparecchio dal davanti, le uscite destra sono a sinistra mentre quelle di sinistra sono a destra, ci deve essere stato un’errore nella stampa serigrafica e su un’oggetto del genere a me darebbe fastidio poiché questa cosa sortisce un’incrocio dei cavi con quelli di collegamento verso i finali.
L’accensione è ritardata di cira 40 secondi (se non ricordo male) il display è abbondantemente leggibile anche a distanza, oltre che sufficientemente luminoso di un bell’azzurro.
I passi del volume sono di 0.5 dB, e non mi è piaciuto il rumore introdotto dai relè durante il passaggio degli scatti.
Al momento non è presente la scheda phono, per cui l’alloggiamento è vuoto, ma per un successivo Upgrade, tale spazio verrà occupato appunto da tale scheda, ottima comodità, senza l’aggiunta di altri amminicoli esterni.

I Finali
I finali proseguono la linea del pre, con aspetto “Slim” con al centro di ogniuno un bel pulsante tondo che è incavo cerchiato di un’anello luminoso a due colori, arancio e azzurro.
Ci sono inoltre due spie del medesimo colore e all’accensione sono entrambe illuminate del medesimo colore dell’anello intorno al pulsante di accnesione.
Anche in questo caso l’accensione è ritardata al fine di consentirne la diagniostica.
Sia la spia che l’anello arancione si spengono dopo circa 30 secondi (sempre se non ricordo male) , mentre rimangono entrambe accese quelle di colore azzurro.
A questo punto le danze possono iniziare previo riscaldamento di almeno un paio d’ore, come riportato più avanti.
Anche in questo caso la costruzione è ottima ed il design piacevole, molto comoda risulta la maniglia applicata sul lato posteriore, che consente di maneggiare agevolmente i finali per eventuali spostamenti.

L’ascolto
Non fatevi prendere dalla smania di ascoltarli nella prima o seconda ora di funzionamento, vi deluderanno tremendamente.
Risulteranno altrettanto tremendamente goffi e lenti, senza il senso del ritmo, ma questo ormai lo sanno anche i bambini che un’elettronica fredda non può esprimere il suo reale potenziale.
Iniziamo a dire subito che le elettroniche sono assolutamente silenziose, e non si sono fatte assolutamente sentire all’interno dei diffusori che, da questo punto di vista non fa sconti a nessuno, 99 dB mettono a nudo immediatamente se c’è del rumore.
Al confronto con l’impianto tutto Rowland posso dire che c’è probabilmente un silenzio maggiore.
I contorni sono precisi e dettagliati e mai affaticanti, con un controllo pieno su tutto lo spettro audio.
Devo dire che mentre ascoltavo, mi è venuto alla mente un suono quasi valvolare, ma non in senso denigratorio del termine, una piacevolezza e finezza di grana mai affaticante.
Continui ad alzare il volume, e la fatica d’ascolto non riesce nemmeno a fare capolino, a proposito, alla prossima riunione condominiale è inutile dire che non parteciperò assolutamente, i volumi a cui ho spinto le elettroniche per pura soddisfazione di metterle in difficoltà non sono assolutamente da condominio.
Le tre dimensioni sono riprodotte in modo credibile e tutto l’insieme è assolutamente equilibrato, non ci sono eccessi o carenze in nessun parametro.
La grana, se pur fine ha quella giusta rugosità timbricamente coretta e piacevole all’ascolto.
Sotto questo punto di vista le elettroniche Rowland offrono una grana più fine e se devo essere sincero, personalmente preferisco la grana dei Norma.
E’ noto che l’alimentazione del pre Norma è realizzata molto bene, ed infatti una prova ce lo ha ampiamente dimostrato.
Abbiamo utilizzato una prolunga di 6 metri (una cosa abberrante) per dare corrente all’alimentatore, beh, nessun problema, del cavo di alimentazione se ne fa un baffo, suona bene già così, o meglio, con un cavo adeguato non può che migliorare un risultato che già di per se è assolutamente eccellente.
La mattina, mentre ascoltavo, avevo collegato prima dell’alimentazione del pre, un filtro Black Noise Extreme pensando che non potesse fare che bene.
Bene, ho eliminato il filtro per testare il tutto senza intromissioni.
Dopo diverse ore di ascolto non mi sono sottratto alla riprova del ricollegamento del filtro Black Noise.
Non si è mosso di una virgola un bel nulla, forse ma dico forse, un leggero miglioramento sul fronte del silenzio ma nulla più, ma stiamo parlando di una pagliuzza e potrebbe in questo caso giocare un brutto scherzo la suggestione.
E’ giunta l’ora di riascoltare l’impianto tutto Rowland e vedere cosa succede, ma stiamo parlando di un’amplificazione che nella combinazione pre-finale costa di listino 30.000 Euro ,contro una accoppiata che, sempre a listino costa 16.000 Euro.
Bene, molto bene se la battono decisamente bene, anzi oserei dire che 30.000 Euro sono mal spesi, perché questi Norma suonano benissimo e se la battono con amplificazioni che ne costano il doppio.
In buona sostanza i loro soldi li valgono tutti e forse anche di più.
Questa qualità la vogliamo “esterolofizzare” ? Quanto dovrebbe costare ? Avete pensato ?
Beh, qualsiasi cosa avete pensato aggiungete un carico da 20, questo è quello che penso io.
Nei giorni in cui erano presenti le elettroniche Norma, avevo in casa in prova il pre di Jeff Rowland Choerence 2 (quello con alimentazione a batteria).
L’accoppiata del pre Jeff Rowland con i finali Norma a fatto letteralmente “volare” l’impianto, e non dico altro.
Quindi un’ottima interfacciabilità con i finali.
Non ho avuto tempo a disposizione di provare come avrei voluto l’accoppiata pre Norma ed i finali Jeff Rowland, ma posso dire che il risultato era di rilievo.

Un’ottimo acquisto dunque per il nostro Ivo, che è ben contento di avere avuto dei riscontri unanimi delle sue elettroniche, inserite in impianti eterogenei, senza che mostrassero idiosincrasia alcuna.

Roberto

                   

 

Approfitto ancora del FORUM per rispondere ad alcune delle MAIL che mi sono arrivate che sollevavano il "problema" riscaldamento e il "carattere sonico" delle macchine in oggetto.

Innanzitutto vorrei precisare che si tratta dell'ultima versione disponibile, ovvero della B Series che, soprattutto nel pre differisce sensibilmente dal precedente modello.

Quindi ciò che scrivo vale soprattutto per questa versione nonostante conosca pure la precedente.

Come gia detto le macchine appena accese necessitano di un certo lasso di tempo per rendere al 100%. il loro carattere iniziale è tendente allo scuro, con gli estremi banda non molto estesi e un po lente negli attacchi, ovviamente estremizzado gli aggettivi per rendere più comprensibile la lettura.

Successivamente il suono si apre, migliora l'estensione e il controllo, l'ariosità e soprattutto la fluidità che non li fa più apparire "goffi" come appena accesi...

Ora appaiono più luminosi e precesi nonostante permanga un suono leggermente ambrato che dona loro un tocco di calore facendoli per certi versi somigliare ad un suono valvolare, questo per sfatare uno dei tanti luoghi comuni.

Da alcune delle MAIL ricevute mi è parso di capire che spesso si associano i NORMA (forse per via dell'ordine costruttivo o per la forma slim) agli Spectral anche sonicamente...

Tutto ovviamente sbagliatissimo in quanto i Norma non hanno nessun tipo di venatura fredda alla Spectral (che poi così non è) o tendenza ad avere una gamma alta fin troppo rimarcata volta all'iperdettaglio (nonostante siano più trasparenti).

Quindi sfatiamo un altro luogo comune sul suono Norma = suono freddo, neuto (inteso come asettico e privo di carattere) o "sbilanciato" in gamma alta, nulla di più sbagliato!!!

Almeno gli apparecchi in mio possesso che sono comunque stati provati in ben 5 diverse catene sfoggiando sempre il medesimo carattere volto alla correttezza e piacevolezza di ascolto anche per lunghi periodi...

Saluti

Ivo

 

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